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Crescono del 21,4% le immatricolazioni a dicembre 2019

Lo scorso anno si è chiuso in maniera estremamente positiva per il mercato auto dell’area UE+Efta. In dicembre le immatricolazioni hanno fatto registrare un incremento del 21,4% e tutti i mercati dell’area sono in crescita tranne il piccolo mercato della Norvegia che accusa un calo del 9,7%.

Il risultato molto positivo di fine dicembre è dovuto sia al fatto che in quasi tutti i paesi vi è stato un giorno lavorativo in più sia, e soprattutto, alla forte pressione sul mercato delle case e dei concessionari per smaltire vetture con emissioni di CO2 che ne avrebbero compromesso la vendita nel 2020.

Decisamente meno brillante del dato di dicembre, anche se positivo, è il consuntivo dell’intero 2019 che chiude a quota 15.805.752 facendo registrare una crescita dell’1,2% dovuta a incrementi di venti dei trentuno mercati dell’area. Questo risultato è ancora lievemente al di sotto (-1,24%) del livello pre-crisi del 2007, anno in cui le immatricolazioni toccarono quota 16.003.436. Il gap da colmare è di 197.684 unità e sarebbe stato colmato se anche l’Italia, come tutti i maggiori mercati europei, avesse raggiunto il volume di immatricolazioni ante-crisi (2007) nei cui confronti accusa invece ancora un calo di 576.786 immatricolazioni.

Quasi i tre quarti delle immatricolazioni dell’area riguardano i cinque maggiori mercati e cioè quelli di Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna. Il mercato tedesco chiude il 2019 con una crescita del 19,5% in dicembre e del 5% nell’intero anno con immatricolazioni a quota 3.607.258, il miglior risultato degli ultimi vent’anni dopo quello del 2009 fortemente sostenuto da bonus aziendali. Il Regno Unito, invece, fa invece registrare una crescita del 3,4% in dicembre, ma accusa, per il terzo anno consecutivo, un calo nel consuntivo dei dodici mesi che nel 2019 è del 2,4%. La situazione non positiva di questo mercato è dovuta a diversi fattori tra i quali i più importanti sono la demonizzazione del diesel e le incertezze per la Brexit.

Il terzo mercato dell’area, quello francese, chiude in positivo sia il mese di dicembre (+27,7%) che l’intera annata (+1,9%). Anche in Francia il risultato delle vendite avrebbe potuto essere migliore se la demonizzazione del diesel non avesse indotto un numero significativo di potenziali acquirenti a rinviare la sostituzione di vetture diesel non essendo disponibili sul mercato soluzioni alternative comparabili sul piano economico e della versatilità di impiego.

l’Italia, in dicembre ha fatto registrare un incremento del 12,5%, mentre nell’intero anno ha superato soltanto in lieve misura (+0,3%) il risultato del 2018. Il mercato italiano è ancora decisamente lontano dai livelli pre-crisi essenzialmente per la persistente debolezza del quadro economico. Ultimo tra i cinque grandi è il mercato spagnolo che chiude con un incremento del 6,6% in dicembre e un calo del 4,8% nel 2019. Questo mercato risente sostanzialmente della debolezza della domanda privata mentre discreto è l’andamento degli acquisiti delle società.

 In sintesi – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato dell’auto dell’area UE+Efta chiude il 2109 senza infamia e senza lode, mentre il 2020 si presenta con notevoli difficoltà essenzialmente per le ulteriori restrizioni sulle emissioni di CO2 e per il persistere degli effetti negativi della demonizzazione del diesel.

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