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Rendere le aziende italiane più competitive in Europa

Il Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini intervenendo ieri pomeriggio all’Automotive Dealer Day si è impegnato per il Governo a rinunciare con la Finanziaria per il prossimo anno a prorogare ancora una volta l’indetraibilità dell’Iva per le auto acquistate dalle aziende e dagli altri titolari di partita Iva, eliminando così una grave disparità di trattamento in materia di detraibilità dell’Iva tra l’Italia e il resto dell’Unione Europea dove la regola è l’integrale detraibilità dell’Iva

L’impatto dell’indetraibilità dell’Iva per le aziende italiane è pesante. Da uno studio del Centro Studi Promotor pubblicato il 19 febbraio scorso emerge che una vettura del costo senza Iva di 30.000 euro costa effettivamente 30.000 euro in Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e nella quasi totalità dei paesi della UE, ma costa invece 33.960 euro in Italia per il fatto che soltanto il 40% dell’Iva è detraibile.

E la penalizzazione delle aziende italiane non si ferma qui. Anche per la deducibilità degli ammortamenti delle auto aziendali vi sono limitazioni. In Italia la quota ammortizzabile è di solo 3.615 euro. In Germania, Spagna e nella maggioranza degli altri paesi della UE è invece ammortizzabile l’intero costo sostenuto. A ciò si aggiunge che pesanti limitazioni si applicano anche alla deduzione dei costi di esercizio.

Occorre quindi – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che il Governo, in occasione della messa a punto della prossima Finanziaria, non solo mantenga l’impegno assunto ieri dal Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini, ma elimini anche le limitazioni alla deducibilità di costi di esercizio e dell’ammortamento per restituire alle aziende italiane competitività nei confronti dei concorrenti europei, eliminando le penalizzazioni fiscali che colpiscono la mobilità.

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