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ANTICIPAZIONE: GA-il giornale dell’aftermarket sul mercato di Malta

Anticipiamo quello che dovreste avere già letto sulla rivista di GA-il giornale dell’aftermarket sui mercati esteri e in particolare su Malta (c’è anche Cipro). Per chi volesse avere maggiori informazioni su questo mercato e gli altri… può mandare una mail a info@duessegi.com 

Malta non dispone né di ferrovie, né di reti ferrotranviarie né di metropolitana, perciò tutto il trasporto è su gomma. In Malta ci sono circa 300.000 autoveicoli e i marchi più diffusi (fig.01) sono Toyota (23%), Renault (12%), Volkswagen (12%) e BMW (13%), per un parco circolante complessivo europeo pari a circa il 55%, e per il rimanente 45%, asiatico. L’elevata presenza di vetture asiatiche e la posizione centrale nel Mediterraneo, ha favorito la diffusione di marchi giapponesi, cinesi o di re-packers specializzati nell’asiatico: Nipparts in primis…

Mediamente ogni vettura ha un’età di circa 15 anni e 100.000Km, il che rende il mercato del ricambio piccolo ma molto interessante.

Il 60% delle autovetture è a benzina , il 38% è diesel e il 2% a GPL.

Le city car rappresentano il 60% del parco circolante, i SUV il 25%, mentre station wagon, fuoristrada e pick-up rappresentano il 5% rispettivamente. Le vetture a trazione integrale, rappresentano circa il 20% del parco circolante: considerato che non nevica mai, non sono poche!

Per quanto riguarda i mezzi pubblici, negli ultimi anni hanno iniziato a diffondersi autobus di costruzione cinese che richiedono molta manutenzione: a buon intenditor…

Il mercato dell’aftermarket

Le dimensioni ristrette del mercato impone una catena della distribuzione molto breve, infatti non c’è da stupirsi se, visitando uno dei main players, ci si ritroiva il magazzino con annessa officina e stazione di servizio. Nonostante ciò, non è un mercato da sottovalutare, soprattutto per noi italiani che siamo facilitati dal punto di vista logistico. Visitando i magazzini dei distributori ci si imbatte normalmente in marchi giapponesi o cinesi che in Italia sono sconosciuti ai più, magari patrimonio degli specialisti dell’asiatico, e questo a volte rende difficile l’esportazione perché il mercato locale ha già trovato prodotti buoni a prezzi bassi, ma non bisogna disperare…  richiedete la rivista per saperne di più

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