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Decreto crescita

Dopo le numerose critiche mosse dalle opposizioni – che negli ultimi mesi hanno lamentato scarse misure messe in campo a favore della crescita delle imprese, soprattutto di quelle piccole e medio-piccole – il Governo alla fine del mese di giugno ha approvato in via definitiva il “Pacchetto crescita”. 

Superammortamento in vigore fino al 31 dicembre 2019 con maggiorazione sul costo d’acquisizione del 30%, taglio progressivo dell’Ires con una prima riduzione dal 24 al 22,5% per l’anno in corso, deducibilità dell’Imu che passa dal 50% per il 2019 al 60% per il 2020 fino a crescere all’70% nel 2022. Sono queste le principali novità che riguardano i provvedimenti che dovrebbero consentire alle aziende di guardare con un po’ più di serenità al futuro, in un contesto economico sempre più preoccupante e denso di incognite. 

Da più parti era stata evidenziata, soprattutto da parte dagli operatori dei settori industriali, la necessità di sbloccare gli investimenti, e di porre una maggiore attenzione allo sviluppo delle imprese e alla loro crescita, tornando a portare in primo piano il lavoro, vero motore della nostra economia. Diverse le materie trattate negli incontri che si sono succeduti, in particolare, in tema di sgravi e incentivi fiscali, disposizioni per il rilancio degli investimenti privati, norme per la tutela
del “made in Italy” e misure per la crescita. Sciolte finalmente le ultime riserve, il tanto atteso Decreto Crescita è stato infine approvato dal Governo nel corso del Consiglio dei Ministri del 4 aprile 2019 in un lavoro congiunto tra i due Ministeri interessati.

L’articolo completo su GA-il giornale dell’aftermarket sul fascilo 9/OTTOBRE 2019…richiedilo a redazione@duessegi.com

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